
GIA e blister (diamond sealing)
L’istituto Statunitense GIA è sicuramente uno dei più prestigiosi al mondo in tema di certificazione di diamanti con uffici in tutte le più importanti borse diamanti da Los Angeles a Hong Kong passando naturalmente per Anversa.
I criteri introdotti da GIA per la classificazione del colore dei diamanti, per esempio, sono stati adottati da molti altri laboratori e sono divenuti di fatto lo standard universale.
GIA, a partire dal 2014, non sigilla mai i diamanti dopo averli certificati. Questa circostanza, contrariamente a ciò che potrebbe sembrare, non è una mancanza o in qualche modo un elemento squalificante del prestigioso certificato internazionale GIA. Si tratta infatti di una ulteriore garanzia che viene offerta a chi acquista un diamante certificato poiché il blister di fatto impedisce di effettuare qualsiasi controllo sulla pietra.
E cosa ci sarebbe da controllare su un diamante che è stato sigillato dal laboratorio che lo ha certificato?
E’ lo stesso GIA a dire per quale motivo la blisteratura del diamante non è più disponibile attraverso una succinta, ma chiarissima comunicazione pubblicata nel proprio sito nel 2015 e riconfermata nel 2020.
Perchè è importante poter fare verifiche su un diamante
Nel corso del 2014, sono stati rinvenuti diamanti sigillati in blister GIA, poi risultati manomessi, che non corrispondevano alle caratteristiche dichiarate nel certificato. La caratteristica fornamentale del diamante era stata infatti manomessa attraverso un’operazione di falsificazione sia del certificato che dello stesso blister (che è più facile di quanto si pensi).
Nel caso particolare, i diamanti rinvenuti nel blister sono risultati essere dei sintetici fabbricati con tecnica HPHT (High Pressure, High Temperature), quindi dei diamanti fatti in laboratorio (o lab-grown) i quali hanno un costo estremamente più basso dei corrispettivi diamanti naturali estratti in miniera pur essendo fatti dello stesso materiale (carbonio).
Controllare se un diamante è naturale o sintetico è cosa tutt’altro che facile anche con pietra sciolta vista l’identica composizione dei due materiali e per farlo occorrono apparecchiature sofisticate e molta esperienza. Questo tipo di controllo è ovviamente impossibile se il diamante è sigillato.
Il precedente è forse l’esemplificazione più evidente del perchè sia opportuno poter fisicamente controllare il diamante, ma esistono altri casi non meno importanti. Ad esempio per la verifica delle caratteristiche della pietra poichè se acquistiamo un determinato colore e purezza e poi nel blister ci ritroviamo 2 gradi in meno su entrambi ecco che abbiamo subito un danno, specialmente se si tratta di pietre di alta caratura.
Per questo motivo e da quel momento, GIA non sigilla più i diamanti che certifica neppure su richiesta. L’incisione laser invece è sempre presente in un diamante certificato GIA.
Il fatto che un diamante non sia sigillato e di conseguenza sia facilmente verificabile va visto quindi come un elemento di totale trasparenza e correttezza nei confronti del mercato.