Blister diamante, è veramente sicuro?

Un diamante sigillato trasmette sicurezza

Attualmente molti dei diamanti in commercio sono sigillati in blister. Il blister è quel piccolo astuccio plastificato che avvolge e protegge il diamante permettendo di vederlo tramite una calotta trasparente posta sulla parte superiore.

La percezione che normalmente suscita un diamante blisterato è quella di maggiore garanzia rispetto ad uno sciolto e molti nostri clienti sono inizialmente abbastanza restii ad acquistare un diamante fuori dal blister poichè temono che possa non essere proprio quello del certificato.

Ma è una paura giustificata? Le cose non stanno proprio come sembrano, vediamo perchè:

A partire dalla fine del 2014 un istituto di primaria importanza come il GIA Statunitense ha deciso di sospendere la blisteratura dei diamanti che escono dai propri laboratori, una decisione inedita che ha suscitato all’inizio molto stupore tra operatori e consumatori. Prima di allora tutti i diamanti certificati da GIA venivano laserati e blisterati d’ufficio. Proprio tutti.

Da quel momento in poi, invece, quasi tutti i diamanti GIA commercializzati vengono forniti sciolti, nella tipica cartina da diamante.

Solo di recente GIA ha iniziato nuovamente a sigillare le pietre che certifica, ma l’opzione del diamante sciolto, se pur certificato, è senza dubbio la preferita per diamanti di alto valore.

GIA diamante sciolto, IGI in blister
Un diamante GIA sciolto ed uno IGI sigillato in blister

Lo stesso istituto fornisce chiarimenti a questa pagina https://www.gia.edu/gia-news-press/sealing-duplicate-suspension ed informa che la decisione è stata presa dopo che sono state rinvenute pietre sigillate non corrispondenti a quanto indicato nel certificato e quindi evidentemente sostituite con altre di qualità inferiore.

Purtroppo infatti è ormai accertato che girano nel mercato diamanti sigillati in blister le cui caratteristiche non corrispondono a quelle del certificato allegato e quando va bene si tratta di diamanti con caratteristiche molto inferiori a quelle dichiarate, ma talvolta può trattarsi anche di zirconi o di una delle tante varietà di diamante sintetico, esistono delle imitazioni qualitativamente ottime e difficilmente distinguibili dal diamante vero come per esempio la moissanite per non parlare del diamante sintetico che è identico a quello scavato in miniera.

Ricongiungere diamante e certificato

Immagino che ora inizi ad essere chiaro che un diamante fuori blister è immensamente più sicuro di uno sigillato, tanto è vero che quasi tutto il commercio di diamanti di alta caratura presso le borse diamanti di tutto il mondo, inclusa Anversa, avviene tutt’ora su diamanti sciolti.

La ragione principale sta nel fatto che un diamante fuori blister si può facilmente controllare e verificare sia con l’apposito tester, ma anche semplicemente alla vista e al tatto.

Se la pietra è sciolta, una persona abituata a maneggiare diamanti da mattina a sera è in grado di riconoscere un vero diamante da uno zircone anche senza prenderlo in mano e dopo una breve osservazione alla lente può confermare colore, purezza e qualità del taglio.

La “riconciliazione” di un diamante col proprio certificato è quindi sempre possibile.

IGI blister nuovo

Falsificare un blister? Possibile

A proposito di blister seglialiamo come negli ultimi anni siano sempre più frequenti i casi di blister e certificati falsificati. La tecnologia per sigillare un diamante è quasi alla portata di tutti e altrettanto dicasi per replicare un certificato quasi perfetto. A questo proposito IGI ha introdotto di recente un nuovo tipo di blister con sicurezze aumentate (sorvoliamo sui dettagli per ovvii motivi) che rendono più difficile la vita ai falsari. Il nuovo blister ha una veste grafica aggiornata che rispecchia quella del certificato, nuovo pure lui.

Verificare colore, purezza e taglio

Ma c’è anche un motivo più tecnico a favore del diamante sciolto rispetto a quello in blister: Di una pietra sciolta possiamo controllare anche le inclusioni e questo è di fondamentale importanza quando si tratta di gradazioni “border line” tra diamanti di purezza ottima/buona (tipicamente VVs, Vs ed SI) e diamanti molto inclusi P1, P2.

Infatti, anche due diamanti classificati della stessa purezza possono essere in realtà abbastanza diversi nei fatti perchè uno potrebbe avere inclusioni scure (che alcuni chiamano impropriamente “carboncini”) ben visibili sulla tavola che è la faccetta più importante di un diamante mentre l’altro potrebbe avere inclusioni quasi trasparenti, meno visibili e quindi più accettabili.

Solo un controllo a mano con la lente a pietra smontata può dirci quale delle due sia la pietra più bella recuperando così informazioni prezione che il certificato in molti casi non fornisce.

In un diamante sciolto, inoltre, possiamo verificare anche il colore e la qualità del taglio che sono parametri ugualmente importanti in un diamante. Certo, non sono verifiche alla portata di tutti ed occorrono conoscenze specifiche, ma tra gli addetti ai lavori è molto comune fare un rapido controllo visivo prima di acquistare un diamante, una specie di conferma al volo delle caratteristiche riportate nel certificato.

E questo vale a maggior ragione se si tratta di diamanti di alto valore. Nessun commerciante si sognerebbe di comprare un brillante da 4 carati senza averlo ben osservato dal vivo alla lente. Un controllo che in una pietra sigillata è alquanto difficile se non impossibile.

Quindi, aspiranti possessori di diamanti da investimento o “proponenti” matrimonio, ma anche semplici mariti e fidanzati, fate la massima attenzione poiché i furbetti sono sempre in agguato e ricordatevi che quello che conta veramente in un diamante è un certificato  emesso da un laboratorio di primaria importanza e che si riferisca realmente al diamante acquistato.

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