Dopo i diamanti etici è arrivato il momento di parlare anche di diamanti onesti. Almeno secondo Rapaport.
La questione è la seguente:
Esistono da anni sul mercato dei laboratori che pur usando la stessa scala di valori per colore e purezza (La scala GIA per l'esattezza) adottano standard certificativi completamente diversi e molto meno severi e di fatto sopravvalutano anche di diversi gradi il giudizio sui diamanti che escono dai loro laboratori. Un diamante giudicato colore F di uno di questi laboratori risulterebbe essere in realtà un grado G, H o addirittura meno se applicassimo i rigorosi standards di GIA o di HRD.
La cosa è in realtà abbastanza nota tra gli addetti ai lavori e chi vuole trattare diamanti dalle caratteristiche garantite si limita ad offrire IGI (Internazionale), GIA ed HRD. Assolutamente null'altro all'infuori di questi tre certificati.
Indubbiamente però il fatto che ci siano in circolazione diamanti "nominalmente" identici nel colore e nella purezza, ma con prezzi ribassati è fonte di confusione tra i consumatori in un mercato che già di per se tende a non essere molto trasparente.
Questi certificati sono generalmente venduti a prezzi inferiori a quelli di mercato facendo intendere al cliente (che acquista per investimento o per gioielleria) che tutto sommato il grado riportato nel certificato è lo stesso e quindi si è fatto un ottimo acquisto, ma chiaramente la maggior parte del vantaggio economico rimane nelle mani del venditore che è in realtà l'unico a fare veramente l'affare.
La riprova è che quando si va a rivendere un diamante con certificazione poco affidabile, chi valuta un eventuale acquisto non si basa mai sul certificato, ma vuole controllare la pietra di persona.
Non abbiamo volutamente fatto nomi in questo post, ma chi ha un po' di tempo e capisce l'inglese può ascoltare la versione integrale direttamente dalla voce di Martin Rapaport che ci ha espressamente autorizzato a diffondere il suo punto di vista che riteniamo di condividere in pieno.
Mr. Rapaport ritiene in sostanza che:
1- E' scorretto usare la stessa scala di valori di GIA da parte di laboratori che però applicano standard di valutazione differenti che sopravvalutano le reali qualità dei diamanti.
2- Occorre far ricadere sul venditore la responsabilità di quello che vende e fare in modo che debba rimborsare completamente il compratore in caso abbia venduto diamanti sopravvalutati.