Parlate di colore F/G e purezza VVs2/Vs1? Ma insomma è un F o un G?

La differenza di colore è una sfumatura

pietre di paragone diamantiQuando si parla di colore di un diamante occorre fare innanzitutto una precisazione: Stiamo parlando comunque di diamanti definiti come bianchi (che si contrappongono ai fancy) pertanto qualsiasi riferimento al colore va inteso come maggiore o minore intensità del bianco che passa da massima (colore D) a minima intendendo che il bianco va via via scemando secondo le lettere dell’alfabeto fino ad arrivare al grado Z in cui il diamante appare decisamente giallo con il bianco che è quindi scomparso.

I diamanti che mantengono un aspetto effettivamente bianco sono quelli con grado da D a J/K perché a partire da grado L la sfumatura di giallo si fa sempre più evidente e non si parla più di diamanti bianchi in senso stretto.

Ma è importante sapere che tra gradi consecutivi di colore la differenza è tutt’altro che evidente, si tratta infatti di una leggerissima sfumatura difficile da cogliere anche per gli addetti ai lavori e soprattutto è in funzione anche delle condizioni di osservazione. Per esempio valutare il colore con pietra montata o senza una luce adeguata è ancora più difficile e spesso porta a conclusioni sbagliate. Questo è tanto più vero quanto più piccoli sono i diamanti.

La classificazione analitica dei gradi di colore e/o purezza di un diamante è infatti giustificata solo a partire da una certa caratura in su perché, per esempio, al di sotto dei 30 punti di peso (0.30ct), lo stesso listino Rapaport non fa distinzione tra due classi contigue di colore e purezza pertanto D, E ed sono raggruppati nella stessa fascia re così come G/H, I/J, K/L e così via, a coppie.

Quando nel sito indichiamo un colore ben specifico, per esempio G, intendiamo in realtà una fascia che comprende sia F che G ed in cui G è il colore minimo garantito sotto al quale, di sicuro, non si scende.

colori F e G

La fascia di colore F/G

Nella foto sono rappresentati i due colori che compongono la famosa fascia F/G.
Una leggerissima differenza è visibile solo quando accostati l'uno all'altro mentre visti singolarmente appaiono entrambi di colore bianco molto intenso
Il colore è forse la caratteristica più importante di un diamante, probabilmente quella più evidente anche per chi non è esperto.
Diamanti di colore F o G sono quelli più usati per gioielli di alta qualità anche dalle grandi firme.

Colore e purezza

I due diamanti nel video hanno un certificato prestigioso che stabilisce colore e purezza ben definiti e diversi tra di loro.

Sia colore che purezza differiscono di un grado pur appartenendo in entrambi i casi ad una fascia molto elevata.

Il diamante a sinistra è un G-VVs2 da 1.5 carati mentre quello a destra è un F-Vs1 da 1.01ct

I gradi di purezza

Purezza Vs1
Purezza Vs1
Purezza Vs2
Purezza Vs2

Analogamente a quanto accade per il colore, anche la purezza può (e secondo noi deve) essere raggruppata per classi se stiamo parlando di diamanti di piccola dimensione. Avrebbe poco senso infatti fare distinzione tra VVs1 e VVs2 per un diamante, per esempio, da 0.01ct il cui diametro è pari a 1.20mm. perché di fatto stiamo parlando dello stesso diamante.

Inoltre, come per il colore, il giudizio sulla purezza non è un qualcosa oggettivamente determinabile, ma è sempre frutto della valutazione di chi osserva perché le inclusioni possono essere di qualsiasi forma, natura e colore e possono, entro certi limiti, assumere più o meno rilevanza a seconda di chi giudica. Ne consegue che ciò che per qualcuno può essere giudicato Vs2, per qualcun altro può essere un SI1 o viceversa ed esiste sempre questo territorio border line che rende complicato stabilire con certezza assoluta la purezza di un diamante. Questo vale talvolta anche per le certificazioni emesse da istituti prestigiosi in quanto dopotutto a valutare è sempre un essere umano.

A noi in 18carati piace descrivere la purezza dei diamanti piccoli che montiamo, i cosiddetti “melee”  (diamanti al di sotto di 0.20ct) con un criterio prudenziale ed indichiamo nei nostri certificati la purezza minima della fascia.

Diverso il discorso quando utilizziamo diamanti che hanno un proprio certificato internazionale. In questo caso, generalmente per diamanti da 0.30ct in su, è l’istituto certificatore, più autorevole di noi, che dichiara la purezza riscontrata ed a noi non resta che replicare tale giudizio nel nostro certificato.

Colori e purezze usati in gioielleria

Talvolta capita che un cliente chieda modificare un gioiello e voglia montare una qualità più alta di colore o purezza.

Riceviamo a volte infatti la richiesta di montare D-IF quindi colore e purezza al massimo grado.

E’ una richiesta legittima per carità, ma è doveroso osservare che la combinazione D-IF è realmente difficile da selezionare proprio per i motivi sopra detti e tra l’altro non porterebbe alcun beneficio reale al gioiello. Il risultato finale sarebbe infatti esattamente come se avessimo montato un VVs colore F fatta eccezione per un costo maggiore tale da far praticamente raddoppiare il prezzo finale. 

In gioielleria, anche volendo considerare la parte di essa che riguarda gioielli di grande pregio, quasi mai si sale sopra purezza VVs e colore E/F che costituisce di fatto un livello altissimo mentre quasi tutta la gioielleria con diamanti posta in vendita dalle catene di gioiellerie è realizzata con diamanti di purezza SI e colore non superiore a G.

In proposito è utile una precisazione: E’ un dato di fatto che il consumatore finale non ha alcun modo semplice e rapido per controllare la reale purezza e colore dei diamanti montati in un gioiello (stiamo sempre parlando di diamanti piccoli/molto piccoli senza certificazione internazionale) e questa circostanza fa si che talvolta chi vende è portato ad essere un po’ “ottimista” circa caratteristiche dei propri diamanti. 

Capita più spesso di quanto si possa immaginare che vengono descritti come fatti con diamanti di colore e purezza elevatissimi gioielli che invece non lo sono traendo in qualche modo in inganno il consumatore il quale non ha oggettivamente alcun modo di verificare. 

Prendendo per esempio i due colori più frequenti nella gioielleria di qualità, per stabilire con certezza se ci troviamo in presenza di un diamante colore G oppure di un diamante colore F, bisognerebbe smontare le pietre per controllare le effettive caratteristiche, tanto sono sfumate le differenze, ma ciò comporterebbe la distruzione del gioiello.

Il colore di un diamante si valuta infatti a pietra sciolta, col luce naturale daylight e con l’ausilio di pietre di paragone con colori controllati e ben sequenziati che vengono appoggiate su cartoncino bianco accanto ai diamanti da valutare.

Quello riportato nella foto in alto è un set di pietre di paragone che usiamo per classificare il colore dei diamanti. Colore D non è indicato perché se superiore ad E significa che è automaticamente un D.

Pertanto il consiglio è di fare molta attenzione quando viene proposto un gioiello con diamanti di colore e purezza ai massimi gradi se non dotato di certificazione attendibile come IGI, GIA o HRD ed è bene tener presente che salvo rari (e costosissimi) casi, colori come D/E e purezze IF/VVs1 sono riservati a pietre da investimento di grandi dimensioni, essendo estremamente antieconomico e quindi improbabile un loro utilizzo in gioielleria.

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